All'inferno e ritorno - 10° puntata

Era una giornata calda, quasi di inizio estate, un sabato mattina, c'era da fare in negozio, era difficile per me piantare tutto quanto lì e andare in ospedale, avevo in ogni caso appuntamento per qualche tempo dopo, non sapevo bene cosa fare, alla fine della giostra si fece anche sabato sera, e domenica mattina, ero da solo in casa, quando a metà mattinata sento suonare il campanello...

"Ma chi è che suona questa mattina??", perplesso vado alla finestra, per vedere chi fosse...

L'infermiera del reparto di urologia, amica di casa, la saluto, e le dico che purtroppo la mia ex non c'è...

"Devo solo consegnarti una cosa, ero d'accordo che sarei passata, ma probabilmente ho capito male..."

"Sali pure, che la prendo io...", e gli aprò il portone.

Una volta entrata in casa, mi svelò il motivo della sua venuta...

"So che non c'era, ma ho preso questa scusa perché ieri sera mi ha detto che le cose non vanno troppo bene, potevo fare un salto solo adesso, oggi pomeriggio sono fuori fino a domani mattina che vado al lavoro, dai, fammi vedere il diretto interessato..."

Quando c'è un pizzico di confidenza, ho difficoltà pari a zero a mostrarmi nudo, non sono mai stato una grande bellezza, ma la vergogna, in questi casi, anche no, andammo sul divano, mi abbassai pantaloni e slip, mostrando l'uccello con la sua bella cicatrice in rilievo...

"Accidenti, sai che non mi piace per niente questa cicatrice, è un po' troppo rilevata, quando hai fatto l'intervento, che non mi ricordo?"

"Una settimana fa, precisamente 8 giorni fa".

"Sei riuscito a tirare indietro la pelle?"

"Ci ho provato, ma mi fa un male cane".

"Hai una pomata, un lubrificante in casa?"

"Sì, te lo prendo".

Come vide la confezione di lubrificante, disse che era meglio che niente, diede una passata sulla cicatrice, poi mi fece stendere, mi disse di rilassarmi e lasciarmi andare, meno resistenza avessi fatto, più agevole sarebbe stato il suo lavoro...

Mi massaggiò delicatamente quella zona, indugiando sui testicoli, e piano piano cercava di scappellarlo, il male c'era ma le sue mani erano molto piacevoli, cercai consolazione in quelle manovre, ma quando si arrivò al dunque, che la cicatrice andò in tensione, le stelle iniziarono a girare in cielo, e non solo quelle...

"Cazzo che male, ho gli aghi che mi trapassano la cappella..."

"Dai, resisti, sei una roccia, hai fatto l'intervento con la pomata, questo è poco al confronto, anche se c'è davvero qualcosa che non va, non devi sentire tutto questo male..."

Ce la fece, riuscì a far scivolare la pelle fino in fondo, per la 1° volta dopo l'intervento vedevo la cappella senza il frenulo, era l'unica cosa positiva, in quella sofferenza che c'era stata per l'ennesima volta...

"Fai un salto domani in reparto, non aspettare più, gli facciamo dare un'occhiata da un medico, non mettiamo il carro davanti ai buoi ma non sono tranquilla..."

La ringraziai, confermando l'appuntamento per la mattinata seguente, la notte di quella domenica trascorse indenne, se lo lasciavo stare, non avevo grandi problemi, ma avevo fatto l'intervento principalmente per ripristinare e migliorare la piena funzionalità del mio uccello, non potevo di certo dire che quel risultato, almeno per il momento, fosse stato raggiunto, e le parole di quell'infermiera non erano altro che la conferma delle mie sensazioni e delle mie paure, le cose non andavano ancora per il meglio...

Continua...